Lei è Nancy. Vive in Toscana. Ha 44 anni. È sposata con Andrea, il suo complice, la sua roccia. Un uomo meraviglioso che quando la vede tornare dal parrucchiere ripete sempre che è bellissima. Hanno una figlia, Milene, una bambina curiosa, energica, sognatrice. Nancy vorrebbe correre nel prato con lei più di ogni cosa, ma a volte è così stanca che non riesce ad alzarsi dal divano. Milene inizia a fare domande. Mamma, perché vai sempre dal dottore? Perché non mi prendi a cavalluccio? Non ti piace giocare con me? Nancy deve dare delle risposte, ma non sa come spiegare a una bambina di quattro anni che ha la sclerosi multipla. Qualsiasi parola sembra troppo dura, crudele. Ci pensa giorni interi. Poi prende in mano una penna, e scrive una fiaba. Una bella fanciulla fugge da una perfida strega di nome Sclero, durante il viaggio incontra tante persone che la aiutano, un giovane taglialegna si unisce alla sua lotta, e dopo tante peripezie riescono a chiudere la strega in una torre. La battaglia non è finita, ma per ora vivono felici e contenti. Nancy la racconta con il cuore in gola. Milene è entusiasta. Se la fa leggere tutte le notti per addormentarsi. Nancy non ha specificato chi è la protagonista. Milene sembra non averne bisogno. Vuole aiutare la fanciulla a sconfiggere la strega. E si mette d’impegno. Ogni giorno incita la mamma a fare ginnastica. Nancy ride. Sua figlia è più severa del fisioterapista. Le dà una mano a vestirsi, a infilare le scarpe. Le ricorda di prendere le medicine, vuole sapere se la fanno stare bene per davvero. Quando Nancy è stanca, Milene prende la sua valigetta giocattolo e le fa una puntura. Si diverte. Nancy sa che un giorno dovrà darle risposte più precise, quando ci pensa ha un po’ d’ansia. Poi Milene le getta le braccia al collo. Mamma, sei la mia super eroina e con te mi sento al sicuro. Allora Nancy si asciuga le lacrime, e va avanti.