Lui è Fabio. Vive a Legnano, in Lombardia. Ha scoperto da poco di avere la sclerosi multipla. Ha pianto, ha sbattuto la testa al muro, si è chiuso in casa per mesi, poi ha visto che fuori c’era il sole e gli è venuta una gran voglia di vivere. È il 2011. Fabio va in ospedale, incontra altri pazienti nella sua situazione, Barbara è così bella da mozzargli il fiato. La volta successiva abbozza un timido ciao. Il mese dopo sono ancora lì. Fabio guarda dalla finestra, il sole splende. Si avvia a passo deciso. Senti, stasera ci vieni a ballare con me? Barbara concede il numero di telefono. Fabio si ripromette di stare con i piedi per terra, intanto la sommerge di messaggi. Dopo il primo appuntamento si conquista un bacio sulla guancia. Seguono vacanze in Francia, fine settimana in giro per l’Italia. Dopo mesi passati a sognare, Fabio vuole mettere dei punti fermi. Senti, andiamo a convivere? Barbara sorride. Senti, sono incinta. Fabio trema come una foglia, dubbi e incertezze dilagano, ma i medici dicono di non preoccuparsi, andrà tutto liscio. Jacopo e Matteo nascono nove mesi dopo, sani, pieni di vita. Fabio e Barbara piangono lacrime di gioia, e di paura. Come spiegheranno ai loro figli della carrozzina, delle medicine, o degli ospedali? Come gli faranno capire che cos’è la disabilità? Mentre ci pensano, Jacopo e Matteo crescono, portano l’acqua alla mamma prima che la chieda, la aiutano ad alzarsi e andare in bagno, apparecchiano, buttano la spazzatura. Si arrabbiano quando vedono il posto disabili occupato. Di fronte a un bastone o una carrozzina fanno domande, non temono le risposte. Dicono ai genitori che non c’è nulla da nascondere, è normale essere diversi. A tutti manca qualcosa, ma quello che non ha uno, ce l’ha l’altro, per questo si fa squadra. Sorridono, mostrano i muscoli. Fabio è incredulo e orgoglioso. Desidera con tutto se stesso vederli crescere, ma quando li osserva fare a gara per aiutare la mamma, il futuro non lo spaventa più. Sono quelle piccole cose, di una ricchezza infinita, che possono rendere il mondo un posto migliore.